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Vendite al dettaglio, Istat: a marzo aumentano del 5,6% ma vanno giù gli alimentari PDF Stampa E-mail
mercoledì 11 maggio 2022
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Gli italiani comprano meno cibo. A marzo 2022 le vendite al dettaglio aumentano del 5,6% in valore (e del 2,5% in volume) su base annua, trainate però dalla crescita dei beni non alimentari. i beni alimentari invece diminuiscono dello 0,5% in valore e del 6% in volume.

Gli italiani comprano meno cibo. A marzo 2022 le vendite al dettaglio aumentano del 5,6% in valore (e del 2,5% in volume) su base annua, trainate però dalla crescita dei beni non alimentari che risentono ancora dell’effetto post lockdown e pandemia (+11,6% in valore e +10,4% in volume). I beni alimentari invece vanno giù: le vendite su base annua diminuiscono dello 0,5% in valore e, in modo più pesante, del 6% in volume.

Gli italiani comprano insomma meno cibo, denunciano le associazioni dei consumatori, che temono nuove povertà e sottolineano che le famiglie stanno ormai tagliando la spesa alimentare.

Vendite al dettaglio, marzo 2022

I dati diffusi dell’Istat stimano, per marzo 2022, un calo su base mensile per le vendite al dettaglio dello 0,5% in valore e dello 0,6% in volume. Sono in diminuzione le vendite dei beni non alimentari (-0,8% in valore e -0,7% in volume) mentre quelle dei beni alimentari sono stazionarie in valore e diminuiscono in volume (-0,6%).

Nel confronto con marzo 2021, come detto, le vendite al dettaglio aumentano del 5,6% in valore e del 2,5% in volume ma crescono i beni non alimentari, mentre quelli alimentari sono in calo.

Tra i beni non alimentari, rispetto a marzo 2021 aumentano tutti i gruppi di prodotti a eccezione di Dotazioni per l’informatica, telecomunicazioni e telefonia (-0,5%). Gli aumenti maggiori riguardano Calzature, articoli in cuoio e da viaggio (+24,6%), Mobili, articoli tessili, arredamento (+20,9%) e Abbigliamento e pellicceria (+20,5%).

L’analisi per forma distributiva evidenzia che, rispetto a marzo 2021, il valore delle vendite al dettaglio cresce per la grande distribuzione (+4,6%), le imprese operanti su piccole superfici (+7,7%) e le vendite al di fuori dei negozi (+7,0%), mentre è in calo il commercio elettronico (-3,9%). I discount di alimentare sono in aumento e segnano +7,6%.

«A marzo, in termini tendenziali, il marcato aumento per i prodotti non alimentari è influenzato dal confronto con i bassi livelli di marzo 2021, quando molti esercizi specializzati hanno sperimentato limitazioni nelle aperture in connessione con l’emergenza sanitaria – spiega l’Istat – Il settore alimentare segna, invece, un calo lieve in valore e più consistente in volume».

Va giù la spesa alimentare, tutti nei discount

Sono dati accolti con allarme. Coldiretti evidenzia che “Il caro prezzi taglia la spesa alimentare degli italiani”. «In controtendenza – sottolinea Coldiretti – volano solo gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +7,6% nelle vendite in valore. Il risultato dei discount evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo e su beni essenziali».

Il calo delle vendite di cibo allarma le associazioni dei consumatori.

Gli effetti dei rincari delle bollette energetiche e il caro-prezzi che da inizio anno imperversa in Italia si sono abbattuti sul commercio portando ad una forte riduzione delle vendite al dettaglio. I dati sono molto negativi e allarmanti, soprattutto per quanto riguarda il settore alimentare, che registra in volume vendite in calo del -0,6% su mese e addirittura del -6% su base annua, mentre in valore i dati sono “dopati” dalla dinamica inflattiva. I numeri dell’Istat dimostrano come le famiglie italiane, per arrivare a fine mese, siano costrette a tagliare anche la spesa per il cibo, a causa dei rincari astronomici che hanno colpito il comparto e dell’impoverimento generale causato dal caro-bollette.

Nel primo trimestre dell’anno in corso le vendite del cibo sono calate del -3,3%. I numeri attestano l’esistenza di una emergenza sul fronte delle famiglie, con i cittadini costretti a ridurre i consumi anche per beni primari come gli alimentari. Su tale situazione pesano i rincari delle bollette e dei prezzi al dettaglio, che si ripercuotono in modo diretto sugli acquisti degli italiani.

 

 

Fonte HelpConsumatori

 

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