Wind e Vodafone condannate da Agcm per “Iban discrimination” |
venerdì 03 maggio 2019 | |
L’Autorità Antitrust ha concluso unprocedimento istruttorio che ha portato alla condanna di Wind e Vodafone alpagamento di una multati 800.000 euro a testa per discriminazione geograficanei servizi di pagamento. Ilprocedimento era partito da una segnalazione del Centro Tutela ConsumatoriUtenti ed il Centro Europeo Consumatori di Bolzano risalente a marzo 2018,nella quale riportavano l’esperienza di un consumatore belga che si era rivoltoal CEC Belga, e tramite la Rete ECC il caso era finito a Bolzano. Dopo untentativo di risoluzione diretto con la società non andato a buon fine, il casoè stato segnalato all’AGCM.
Ilcomportamento oggetto di indagine vedeva riguardava la tendenza delle compagnietelefoniche, nell’ambito della commercializzazione di servizi di telefoniafissa e mobile, a non consentire alla clientela il pagamento dei servizitramite domiciliazione bancaria su conti correnti accesi presso Banche aventisede in Paesi dell’Unione Europea diversi dall’Italia e quindi con Iban noncaratterizzati dalle iniziali nazionali “IT…”.
Le risultanzeistruttorie hanno confermato l’impossibilità, per i clienti, di eseguire ipagamenti a favore delle società con addebito automatico in conto laddovequest’ultimo non sia stato acceso presso una banca con sede in Italia(impossibilità quindi in assenza di un IBAN italiano).
Siccome ilRegolamento europeo sui servizi di pagamento prevede un’armonizzazione deiservizi in tutta Europa, che dovrebbe poi sfociare in un mercato unico deiservizi di pagamento, l’AGCM ha stabilito che simili comportamenti ostacolanotale scopo. In particolare, l’art. 9 del Regolamento prevede che non vadanemmeno specificato da quale Stato provenga il pagamento, posto che essorientri nell’ambito del regolamento stesso, proprio per evitare la cd. “ibandiscrimination”.
Icomportamenti di Wind e Vodafone, prosegue l’Antitrust, violano tale articolo9, in quanto non permetto ai clienti con IBAN estero di far addebitare lebollette telefoniche sul proprio conto corrente.
Gli operatoridevono pertanto adeguare il loro operato a quanto previsto dal Regolamento. |