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Eredità digitale, cosa accade ai nostri account social dopo la morte? PDF Stampa E-mail
mercoledì 30 novembre 2022
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Il tema dell’eredità digitale solleva la delicata questione della tutela della privacy. Intanto i social network si sono attivati per dare la possibilità agli utenti di scegliere come gestire i propri contenuti online dopo la morte

Cosa succede ai nostri profili social dopo la morte e che fine fanno i nostri dati e le nostre foto pubblicate online? Il tema dell’eredità digitale è diventato centrale al giorno d’oggi, infatti anche i social network si sono attivati per dare la possibilità agli utenti di scegliere come gestire i propri contenuti online dopo la morte.

Eredità digitale sui Social Network

Facebook, ad esempio, permette agli utenti iscritti alla piattaforma di nominare un contatto erede per la gestione del proprio account, se reso commemorativo dopo la morte, oppure di far eliminare il proprio profilo in modo permanente.

In particolare, come spiegato sul sito, gli account commemorativi permettono ad amici e familiari di raccogliere e condividere ricordi di una persona che è venuta a mancare. E il contatto erede avrà la possibilità di accettare le richieste di amicizia per conto di questi account, fissare un post in alto per rendere omaggio al profilo e modificare l’immagine del profilo e quella di copertina. Inoltre, se l’account commemorativo ha una sezione per i post che rendono omaggio al profilo, il contatto erede potrà decidere chi può vedere e pubblicare tali post.

Nel caso in cui l’utente scelga di eliminare il proprio account in modo permanente, al momento della comunicazione del decesso tutti i messaggi, le foto, i post, i commenti, le reazioni e le informazioni saranno subito eliminati da Facebook in modo definitivo.

Twitter, invece, offre una sola possibilità, ossia quella di disattivare l’account della persona defunta, a seguito della richiesta inviata da un utente autorizzato ad agire per suo conto o un familiare stretto e verificato del defunto. La piattaforma sottolinea anche di non essere in grado di fornire le credenziali di accesso dell’account a nessuno, indipendentemente dal rapporto tra il defunto e la persona che fa la richiesta.

Come Facebook, infine, anche Instagram offre la possibilità di rendere commemorativo un account, su specifica richiesta. La piattaforma sottolinea, però, di non poter fornire le informazioni di accesso di un account commemorativo. Inoltre, i parenti più stretti verificati possono richiedere la rimozione dell’account di un loro caro da Instagram.

La tutela della privacy

L’eredità digitale non riguarda solo foto e altri contenuti pubblicati sui profili social, ma anche investimenti gestiti online, file, blog, credenziali di accesso ad altri account online, messaggi di posta elettronica e così via: il cosiddetto “patrimonio digitale”. La questione è delicata, in quanto coinvolge anche aspetti legati alla tutela della privacy.

Di recente il Tribunale di Milano ha autorizzato una donna ad entrare in possesso delle credenziali di accesso agli account social del marito defunto e al suo i-Cloud. Un accesso completo, dunque, alla vita virtuale del marito.

Come spiegato dall’Ansa, il caso aveva coinvolto una “madre che, agendo nell’interesse dei figli minori, aveva chiesto al Tribunale l’autorizzazione ad ottenere da Apple, Microsoft e Meta Platform (WhatsApp) le chiavi di accesso degli account e dell’I-Cloud del marito deceduto, dopo che le tre società, per ragioni di privacy, avevano negato il benestare in assenza di una autorizzazione del Tribunale. La donna, spiegava nelle motivazioni, riteneva di potervi trovare, oltre a foto e video ritraenti i bambini con il loro papà, anche eventuali pensieri e lettere di addio, nonché dichiarazioni di ultime volontà in loro favore”.

Secondo Marco Meliti, avvocato matrimonialista e difensore della donna, la sentenza del Tribunale di Milano “ricorda che i dati contenuti nei nostri account possano entrare a far parte dell’eredità, al pari delle lettere o delle fotografie custodite gelosamente nei cassetti delle nostre scrivanie”. Allo stesso tempo, però, mette in luce il tema centrale della tutela della privacy: “una volta ottenute le chiavi di accesso – spiega Meliti – si entra in possesso in maniera indiscriminata di tutto quanto custodito nell’account”. (Fonte: Ansa)

Ma cosa dice la Legge in materia di tutela della Privacy?  In Italia la materia può far riferimento a diverse normative: diritto di successione e diritto alla privacy.

In particolare, il diritto alla privacy online è regolamentato a livello europeo dal Regolamento generale sulla protezione dei dati UE/2016/679, (GDPR), chiarisce che agli eredi non spetta un diritto incondizionato all’accesso ai dati del defunto, ma serve una valutazione circa la sussistenza di un interesse meritevole di tutela. Non si può prevedere però una normativa definita lasciando agli Stati membri la facoltà di legiferare sul tema.

In Italia è stato introdotto nel D.LGS. 196/2003 (Codice Privacy) un comma sui “Diritti riguardanti le persone decedute”, considerando tre fattispecie per cui si applica la successione dell’eredità digitale: diritti di cui agli articoli da 15 a 22 del GDPR riferiti ai dati personali concernenti persone decedute che possono essere esercitati da chi ha un interesse proprio, o agisce a tutela dell’interessato, in qualità di suo mandatario, o per ragioni familiari meritevoli di protezione; divieto da parte della legge o del defunto; volontà dell’interessato.

La complessità del mondo digitale e la mancanza di norme precise comporta ancora troppe incertezze e soprattutto potrebbe diventare suscettibile di interpretazioni contrastanti nonché, in extremis, manipolabili da “poca” buona fede.

Alcuni consigli utili per gli utenti, in materia di eredità digitale, arrivano dal Consiglio Nazionale del Notariato, che ha stilato il Decalogo Identità Digitale. Tra questi, quello di “affidare a una persona di fiducia le proprie credenziali d’accesso (username e password per es.) con istruzioni chiare su cosa fare in caso di decesso: distruggere i dati in tutto o in parte, o consegnarli a soggetti indicati da voi. Si chiama mandato post mortem ed è ammesso dal nostro diritto.

Attenzione anche ai conti correnti online. Affidarne la password a qualcuno non significa lasciargli la risorsa in caso di morte – spiega il Consiglio Nazionale del Notariato – Un conto online non è altro che l’estensione virtuale di un conto reale. Quindi, per esempio, in una coppia non sposata e senza figli, saranno comunque fratelli sorelle e genitori ad ereditare la giacenza sul conto online, se manca un testamento. Gli eredi possono quindi reclamare quanto loro spetta attraverso i canali tradizionali.

 

 

 

 

Fonte HelpConsumatori

 

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