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Inflazione alimentare, la corsa non si ferma. Per aprile-maggio atteso più 12,7% PDF Stampa E-mail
venerdì 13 maggio 2022
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L’inflazione alimentare segna una crescita di oltre il 10% rispetto a marzo 2021. La corsa al rialzo non si ferma per il bimestre aprile-maggio: atteso un rialzo del 12,7%. Analisi BMTI, Unioncamere e Ref sull’inflazione alimentare in Italia

I prezzi dei prodotti alimentari sono al rialzo e la corsa non si ferma. L’industria alimentare segnala a marzo aumenti dei prezzi superiori al 10% nell’ultimo anno e un rialzo dell’inflazione alimentare che non si ferma. Ad aprile-maggio ci si aspetta un ulteriore più 12,7%.

Le rilevazioni sui prezzi pagati all’industria alimentare dalle Centrali di Acquisto della GDO mostrano un aumento del +2,1% nel mese di marzo per la media dei 46 prodotti alimentari maggiormente consumati, con una crescita che si porta al +10,9% rispetto a marzo 2021. È quanto evidenzia l’indagine, condotta da Unioncamere con la collaborazione di BMTI e REF Ricerche, che prospetta una ulteriore intensificazione dell’inflazione nel bimestre aprile-maggio, quando ci si attendono aumenti per la media dei 46 prodotti alimentari del +3,5% rispetto ai due mesi precedenti e una crescita su base annua che potrebbe arrampicarsi sino al +12,7%.

«In uno scenario che già presentava tensioni a causa di molteplici fattori (energetici, climatici e sanitari), lo scoppio della guerra in Ucraina ha ulteriormente spinto al rialzo i prezzi dei prodotti alimentari – dice il presidente di Unioncamere, Andrea Prete – Una corsa che non accenna a rallentare, a svantaggio dei costi pagati dalle imprese e dei bilanci delle famiglie».

I prezzi alla produzione e quelli all’ingrosso

I prezzi alla produzione segnalano che, sulle materie prime, sono in aumento tutti i prezzi, trainati dall’impennata dei prezzi di olio e cereali a causa delle tensioni internazionali. La crescita su base annua del 19% porta i prezzi ai massimi dal 2010.

La guerra in Ucraina ha reso indisponibile sui mercati internazionali il frumento tenero prodotto da Russia e Ucraina, pari a circa il 30% totale globale, spingendone verso l’alto i prezzi. Il prezzo del frumento duro non è invece influenzato dal conflitto, poiché il primo produttore mondiale è il Canada (con circa il 60% della produzione mondiale), con i prezzi che rimangono comunque in crescita di quasi l’80% su base annua.

I prezzi all’ingrosso segnalano forti aumenti per gli oli vegetali, trainati dall’olio di girasole a causa del blocco delle forniture dal Mar Nero. I rialzi delle quotazioni del grano tenero, dettate dalle tensioni sui mercati esteri, si sono ripercossi sulle farine. C’è un ulteriore aumento per il burro e per le carni di pollame, con queste ultime in crescita di oltre il 70% su base annua.

Inflazione alimentare, i prodotti che aumentano di più

Tra i prodotti che a marzo hanno registrato variazioni rispetto al mese precedente, dice l’analisi, spicca l’aumento del pollo fresco (+4,3%), a causa di un’offerta ridimensionata nei mesi scorsi dall’influenza aviaria e dall’aumento dei costi dei mangimi, e del burro (+3,8%), segnato dalla riduzione delle disponibilità a livello continentale. Diffusi ed elevati sono anche gli aumenti nei prodotti cerealicoli e derivati (pasta di semola +3,7%, riso +3,7%, biscotti +3,6%, pane +3,4%), per effetto dei rincari delle materie prime (grano duro, grano tenero) e dell’energia già in atto nel 2021.

L’inflazione per il mese di marzo, secondo i dati di preconsuntivo forniti dalle Centrali di Acquisto, subisce una vistosa accelerazione fino al +10,9%, con i rincari maggiori per la carne di pollo (+34,8%), nell’olio di semi vari (+30,5%), complice la carenza di approvvigionamenti di olio di girasole dal Mar Nero (Russia e Ucraina sono due maggiori produttori di olio di girasole al mondo) e nella pasta di semola (+22,5%).

 

Inflazione alimentare, nuovi rialzi

Quello che ci si aspetta sono nuovi aumenti per l’inflazione alimentare nel prossimo bimestre aprile-maggio. In media, dice l’analisi, per i 46 prodotti alimentari monitorati l’aumento si attesta al +3,5%, trainato soprattutto dai prodotti derivati dei cereali, ed in particolar modo dalla pasta di semola (+6,6%) e dal pane (+6,5%). Attesi aumenti significativi anche per il burro (+5,6%).

L’inflazione attesa per i prodotti dell’industria alimentare acquistati dalle Centrali d’Acquisto della GDO non accenna a rallentare e si proietta verso il +12,7% nel bimestre aprile-maggio.

Le aspettative sono per i rialzi maggiori su carne di pollo (+33,3%), olio di semi vari (+31,6%) e pasta di semola (+26,8%).

Gli aumenti attesi sulle farine, sui cereali e sui prodotti derivati sono alti, con la farina di grano tenero in crescita del +19,8% e le fette biscottate del +16,2%, spinti dalle tensioni che persistono nello scenario internazionale. Significativa anche la crescita attesa per il riso (+16,2%).

E anche per l’estate continua il rialzo. Le anticipazioni raccolte sui prezzi pagati all’industria alimentare dalle Centrali d’Acquisto suggeriscono una ulteriore accelerazione dell’inflazione alimentare al consumo nei mesi estivi, verso valori superiori al 7% (per la media dell’anno 2022 la previsione è ora al +6,1%).

 

 

Fonte HelpConsumatori

 

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