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Autostrade non riduce i pedaggi, Antitrust avvia procedimento di inottemperanza PDF Stampa E-mail
venerdì 23 luglio 2021
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L’Antitrust ha avviato un procedimento di inottemperanza verso Autostrade per l’Italia. A marzo ha ricevuto una maxi multa da 5 milioni ma non ha ancora ridotto il costo del pedaggio nelle tratte autostradali con forti problemi di viabilità

Autostrade per l’Italia non ha ridotto il costo del pedaggio e non ha riconosciuto rimborsi per le tratte autostradali in cui ci sono forti problemi di viabilità, carenze di gestione e manutenzione. Nonostante la maxi sanzione da 5 milione di euro decisa dall’Antitrust lo scorso marzo. Per questo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato un procedimento di inottemperanza nei confronti di Autostrade per l’Italia S.p.A. (ASPI), concessionaria della gestione e della manutenzione di oltre 3.000 km di rete autostradale nel nostro Paese.

Da Autostrade niente riduzione del pedaggio nè rimborsi

Il procedimento, spiega l’Antitrust in una nota, è stato aperto per inottemperanza alla diffida che imponeva alla società di cessare la pratica scorretta accertata nel mese di marzo 2021.

Autostrade «non ha ridotto il costo del pedaggio e/o non ha adottato alcuna procedura per riconoscere agevolazioni tariffarie e rimborsi per le tratte autostradali in cui si verificano rilevanti criticità nella viabilità a causa di lavori straordinari per la messa in sicurezza delle infrastrutture che risentono di gravi carenze nella gestione e nella manutenzione».

La sanzione, come detto, è dello scorso marzo. Al termine di un’istruttoria avviata a giugno 2020 l’Antitrust aveva multato Autostrade con il massimo edittale, pari a 5 milioni di euro, per la mancata riduzione del pedaggio sulle autostrade A/16 Napoli/Canosa, A/14 Bologna/Taranto, A/26 Genova Voltri-Gravellona Toce e, per le parti di sua competenza, A/7 Milano-Serravalle-Genova, A/10 Genova-Savona-Ventimiglia e A/12 Genova-Rosignano.

In queste tratte si erano registrate importanti riduzioni delle corsie di marcia o specifiche limitazioni della velocità.

Riduzioni delle corsie di marcia, limitazione della velocità massima (di norma pari a 130 km/h) e disagi persistenti per consumatori e automobilisti, dunque, senza che questo fosse accompagnato dalla riduzione del pedaggio. E questo aveva causato un evidente disagio a consumatori e autotrasportatori in termini di code, rallentamenti e forte aumento dei tempi di percorrenza.

 

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