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Reclami alle assicurazioni, al primo posto l’rc auto (e pesa l’effetto Covid) PDF Stampa E-mail
martedì 22 giugno 2021
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I reclami ricevuti dalle imprese di assicurazione nel 2020 risentono della pandemia e delle restrizioni alla circolazione. Al primo posto ci sono i reclami che riguardano l’rc auto, ma l’impatto Covid ha riguardato viaggi e malattie

I reclami ricevuti dalle imprese di assicurazioni nel 2020 risentono della pandemia e dell’impatto che le misure di restrizione alla circolazione hanno avuto in alcuni settori, come l’auto e i viaggi. I reclami hanno però riguardato anche l’assicurazione per malattia e i viaggi, annullati causa Covid.

L’rc auto si conferma al primo posto per numero di reclami dei consumatori, soprattutto nei confronti delle imprese italiane. Il dato emerge dall’ultimo report dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass) sui reclami ricevuti dalle imprese di assicurazione nel 2020.

Reclami nel 2020, oltre 93 mila in aumento dell’1,8%

Nel 2020 le imprese di assicurazione italiane ed estere che operano in Italia hanno ricevuto dai consumatori 93.271 reclami, in aumento dell’1,8% rispetto al 2019.

L’aumento percentuale è legato all’incremento dei reclami ricevuti dalle imprese estere, oltre 12.500 con una crescita del 16,2%, mentre i reclami ricevuti dalle assicurazioni italiane sono più o meno stabili, sopra gli 80 mila.

Quasi la metà dei reclami riguarda l’rc auto

Il 43,9% dei reclami ha interessato l’rc auto, il 37,9% gli altri rami danni e il 18,2% i rami vita.

«I reclami ricevuti dalle imprese italiane – spiega l’Ivass – si confermano in prevalenza nel comparto rc auto, mentre per le imprese estere i motivi di insoddisfazione riguardano soprattutto il settore dei rami danni diversi dalla rc auto (in particolare si tratta di polizze del comparto sanitario, polizze viaggi, rc professionale)».

Fra le imprese italiane, i reclami sull’rc auto sono il 45,7% anche se in calo del 5% rispetto al 2019. Per le imprese estere, invece, il 47,7% dei reclami riguarda i rami danni diversi anche se si segnala un sensibile aumento (+41%) dei reclami nel ramo rc auto.

Quanto agli esiti, il 30,1% dei reclami è stato accolto, il 9,3% si è concluso con una transazione, il 55,9% è stato respinto, mentre il restante 4,7% risultava in fase istruttoria alla fine dell’anno.

I reclami riconducibili alla pandemia Covid-19 riguardano soprattutto i rami danni e l’area liquidazione sinistri, con particolare riferimento al comparto Auto, Viaggi e Malattia.

I reclami in pandemia

L’andamento dei reclami ha infatti risentito delle misure decise per contrastare la pandemia, che hanno avuto un impatto sulla circolazione – lockdown, calo degli incidenti, viaggi bloccati.

«Nel contesto della pandemia COVID-19, specie nella fase iniziale di riassestamento organizzativo, i motivi più ricorrenti di segnalazioni ricollegabili al fenomeno epidemiologico sono stati: disservizi nell’accesso alle piattaforme informatiche; tempestiva fruibilità di prodotti di ristoro offerti con le campagne promozionali; ritardi nella liquidazione dei sinistri, determinati in gran parte dai rallentamenti nell’interlocuzione con gli assicurati e i danneggiati e dalle difficoltà nell’espletamento di attività peritali» (dossier Ivass).

 

L’effetto della pandemia sull’andamento dei reclami nel 2020 viene dalle misure di restrizione alla circolazione e dall’impatto sulla sinistrosità di alcuni comparti, nonchè dei viaggi annullati.

Nel comparto auto c’è stata una flessione dei reclami nel primo semestre, per poi tornare a crescere con la ripresa della mobilità nel periodo post-lockdown (con l’eccezione della rc auto per le flotte a noleggio, che ha continuato a risentire della crisi pandemica anche nel secondo semestre dell’anno).

«Il settore viaggi – prosegue l’Ivass – ha visto un aumento dei reclami con particolare riguardo agli annullamenti causati dalla pandemia. Anche il ramo Malattie è stato interessato da reclami per mancata liquidazione degli indennizzi in relazione a patologie collegate all’insorgenza del COVID-19».

 

 

Fonte HelpConsumatori

 

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