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Gli iPhone non sono resistenti all’acqua. Antitrust multa Apple per 10 milioni PDF Stampa E-mail
giovedì 17 dicembre 2020
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Gli iPhone non sono resistenti all’acqua come dice la pubblicità. L’Antitrust multa Apple per 10 milioni di euro per pratiche commerciali ingannevoli e aggressive

Gli iPhone non sono resistenti all’acqua. Non sono come dice la pubblicità. Ma i consumatori hanno visto i messaggi promozionali di Apple e ne hanno dedotto che gli iPhone fossero davvero resistenti a un’immersione prolungata.

 

 Pratiche commerciali ingannevoli e aggressive, ha deciso l’Antitrust che ha sanzionato Apple per 10 milioni di euro.

 

Un estratto del provvedimento dovrà essere pubblicato sul sito internet www.apple.com/it/, nella pagina web www.apple.com/it/iphone/, tramite il link “Informazioni a tutela del consumatore”.

iPhone, Antitrust multa Apple

 

L’Antitrust ha multato per 10 milioni di euro le società Apple Distribution International e Apple Italia S.r.l. per due distinte pratiche commerciali scorrette.

 

La prima riguarda la diffusione di messaggi promozionali su diversi modelli di iPhone che venivano pubblicizzati come resistenti all’acqua per una profondità massima variabile fra 4 metri e 1 metro, a seconda dei modelli, e fino a 30 minuti. I modelli di iPhone interessati sono nel dettaglio iPhone 8, iPhone 8 Plus, iPhone XR, iPhone XS, iPhone XS Max, iPhone 11, iPhone 11pro e iPhone 11 pro Max.

 

Nei messaggi però, denuncia l’Antitrust, non veniva chiarito che questa proprietà «è riscontrabile solo in presenza di specifiche condizioni, per esempio durante specifici e controllati test di laboratorio con utilizzo di acqua statica e pura, e non nelle normali condizioni d’uso dei dispositivi da parte dei consumatori».

 

iPhone resistenti all’acqua? Antitrust multa Apple. Fonte: provvedimento Antitrust, novembre 2020

La resistenza all’acqua degli iPhone: pubblicità vs realtà

 

La pubblicità esaltava la resistenza all’acqua degli iPhone. Ma questa caratteristica, spiega l’Antitrust nel procedimento, «non corrisponde al vero nella misura in cui – secondo quanto precisato anche dallo stesso Professionista – non risulta una caratteristica del dispositivo relativa all’utilizzo quotidiano e continuativo, realizzando un effetto aggancio particolarmente rilevante ed attrattivo nell’ambito dei diversi messaggi promozionali osservati».

 

I messaggi contestati enfatizzavano ad esempio la resistenza all’acqua degli iPhone fino a  4 metri per 30 minuti. Altri dicevano “Non teme gli schizzi. E neanche i tuffi”.

 

    «Tali specificazioni promozionali – scrive l’Antitrust – sono idonee a indurre i consumatori a ritenere, contrariamente al vero (…) che si tratti di prodotti che non solo possono stare a contatto con l’acqua, ma anche resistere ad immersioni sia volontarie che casuali attraverso l’indicazione di puntuali profondità e tempi di immersione».

 

I consumatori insomma pensavano che gli iPhone fossero water proof.

 

Dalla documentazione, scrive infatti l’Antitrust,  «emerge con chiarezza la netta percezione dei consumatori che gli iPhone pubblicizzati detengano la caratteristica di impermeabilità (water proof); tale percezione costituisce l’immediata e ragionevole decodifica, da parte di un consumatore medio in buona fede, dei claim e delle immagini pubblicitarie contenenti l’enfatizzata indicazione sia della resistenza all’acqua sia, e in particolare, proprio della enfatizzata profondità massima e del tempo limite in cui i dispositivi possono “resistere”».

 

L’Antitrust considera ingannevole l’idea, veicolata dalla pubblicità, che gli iPhone siano impermeabili ai liquidi in caso di immersione. Inoltre non viene chiarito che si parla di condizioni in test di laboratori, non nel normale uso che viene fatto degli iPhone da parte dei consumatori.

 

iPhone: la garanzia non copre i danni causati da liquidi

 

Altro tema riguarda la garanzia.

 

    «La contestuale indicazione del disclaimer “La garanzia non copre i danni provocati da liquidi”, dati gli enfatici vanti pubblicitari di resistenza all’acqua, è stata ritenuta idonea a ingannare i consumatori non chiarendo a quale tipo di garanzia si riferisse (garanzia convenzionale o garanzia legale), né è stata ritenuta in grado di contestualizzare in maniera adeguata le condizioni e le limitazioni dei claim assertivi di resistenza all’acqua».

 

Per l’Antitrust è una pratica commerciale aggressiva il rifiuto da parte di Apple, nella fase post-vendita, di prestare assistenza in garanzia quando quei modelli di iPhone risultavano danneggiati a causa dell’introduzione di acqua o di altri liquidi, ostacolando in tal modo l’esercizio dei diritti ad essi riconosciuti dalla legge in materia di garanzia ossia dal Codice del Consumo.

 

 

Fonte: Help Consumatori

 

 

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