Rifiuti: città che vai, tariffa che trovi. E siamo indietro nella differenziata |
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giovedì 26 novembre 2020 | |
![]() La tariffa dei rifiuti 2020 è in media di 300 euro a famiglia ma con forti differenze fra città e regioni. La raccolta differenziata è ancora al 58% e il 22% dei rifiuti urbani viene smaltito in discarica. Il dossier rifiuti 2020 di Cittadinanzattiva Passano oltre 380 euro fra la città più cara e quella più economica per la tariffa dei rifiuti in Italia. A Catania una famiglia paga 504 euro l’anno per la tariffa dei rifiuti, a Potenza ci si ferma a 121 euro. La tariffa dei rifiuti in Italia vede regioni decisamente più economiche (in Trentino Alto Adige la spesa media è di 193 euro) e regioni decisamente care, come la Campania che è quella con la spesa media più alta: 419 euro l’anno. Differenze forti fra città e città, fra regioni e regioni che in media fanno una tariffa dei rifiuti di 300 euro l’anno nel 2020. Il valore è stabile rispetto al 2019 ma nasconde forti discrepanze. La grande varietà della tariffa rifiuti si accompagna anche alle differenze nella raccolta differenziata. A livello nazionale si attesta intorno al 58%. Supera il 73% in Veneto, si ferma al 29,5% in Sicilia. Sono i dati sulla tariffa rifiuti 2020 e sulla raccolta differenziata contenuti nel Dossier rifiuti di Cittadinanzattiva, il tradizionale Osservatorio prezzi e tariffe che fa il punto sul costo della Tari nei capoluoghi di provincia e sull’andamento della differenziata. L’indagine sui costi sostenuti dai cittadini per lo smaltimento dei rifiuti in tutti i capoluoghi di provincia prende come riferimento nel 2020 una famiglia tipo composta da 3 persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadri. Regione che vai, tariffa rifiuti che trovi In media la tassa per i rifiuti pagata nel 2020 da una famiglia si attesta a 300 euro. Ci sono però forti differenze regionali e fra capoluoghi di provincia. La più costosa è Catania, dove la tariffa dei rifiuti si attesta a 504 euro l’anno. A seguire ci sono Cagliari con 481 euro, Benevento con 464 euro, Salerno con 462 euro, Napoli con 455 euro. I dieci capoluoghi più costosi hanno tariffe superiori a 400 euro e si dividono fra Sicilia e Campania, eccezion fatta per Cagliari e Reggio Calabria. La tariffa dei rifiuti si paga meno a Potenza, dove si ferma a 121 euro l’anno. Seguono Belluno a 168 euro, Udine a 169 euro, Vibo Valentia a 184 euro e Pordenone a 185 euro. I dieci capoluoghi più economici hanno tutti tariffe inferiori a 200 euro l’anno. A livello di aree geografiche, i rifiuti costano meno al Nord (in media 258 euro, dato invariato rispetto al 2019), segue il Centro (304 euro rispetto ai 299 del 2019), infine il Sud che è più costoso (349 euro, erano 351 euro nel 2019). Raccolta differenziata, non ci siamo Altra nota dolente è la raccolta differenziata. Il sistema di gestione dei rifiuti urbani, denuncia Cittadinanzattiva nel dossier, ha ancora molte criticità relative allo smaltimento in discarica e ai livelli, soprattutto per alcune aree del Paese, di differenziazione dei rifiuti e recupero delle risorse. «Il livello medio della raccolta differenziata del nostro Paese – si legge nel dossier – si attesta al 58,1%, ancora al di sotto dell’obiettivo di raccolta differenziata di almeno il 65% da raggiungere entro il 2012. Continuiamo a smaltire in discarica in media il 22% dei rifiuti urbani prodotti, percentuale che supera anche il 50% in alcune regioni dell’Italia meridionale e insulare».
A livello di aree geografiche la raccolta differenziata è maggiore al Nord, dove si arriva al 67,7%. Seguono Centro (54,1%) e Sud (46,1%). Le percentuali più elevate di raccolta differenziata e al di sopra del 70% si registrano in Veneto (73,8%), Trentino Alto Adige (72,5%), Lombardia (70,7%); le più basse e sotto la soglia del 40% in Sicilia, dove si arriva appena al 29,5%, e in Molise al 38,4%. Non ci può essere però «alcuna economia circolare senza una buona raccolta differenziata», denuncia Cittadinanzattiva. In 15 capoluoghi di provincia i tassi di raccolta differenziata sono ancora al di sotto dell’obiettivo del 35% il cui raggiungimento era previsto nel 2006. Tra questi spiccano Catania e Crotone, entrambe con percentuali di raccolta differenziata del 7,7%. C’è ancora molto da fare.
Fonte HelpConsumatori |