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Albero di Natale, quelli finti inquinano 4 volte di più di quelli naturali PDF Stampa E-mail
martedì 17 dicembre 2019

alberodinatale.jpgIn uncontesto di sempre maggiore attenzione all’ambiente e alla sostenibilità, lascelta migliore è sempre quella di preferire un albero vero ad uno di plastica

Natale prevedeuna serie di “must have” a cui è difficile rinunciare: i regali per i piùpiccoli, i pranzi con amici e parenti e naturalmente gli addobbi che regalo acase e giardini un tocco di magia che fa tornare tutti un po’ bambini. Principeindiscusso delle decorazioni è senza dubbio l’albero di Natale.

Meglio quellofinto o quello naturale?

In un contestodi sempre maggiore attenzione all’ambiente e alla sostenibilità, la sceltamigliore è sempre quella di preferire un albero vero ad uno di plastica. Ilmotivo è molto semplice: le emissioni per la produzione e lo smaltimento di unalbero finto sono 4 volte superiori a quelle di albero naturale.

Ad incideremaggiormente è il trasporto, che mette in luce l’importanza di acquistarealberi e prodotti legnosi che provengano da una filiera corta e locale.

Senza contareche gli alberi finti derivano dal petrolio e devono essere smaltiti comerifiuti speciali e – secondo uno studio di Coldiretti – i cinque milioni diabeti in plastica che vengono in media acquistati ogni anno emettono gli stessigas di sei milioni di chilometri percorsi in macchina.

    “Scegliere un abete vero per il periodonatalizio significa mettere in casa una creatura vivente che respira, assorbeanidride carbonica e rilascia ossigeno e olii essenziali che purificanol’abitazione”, dichiara Maria Cristina d’Orlando, presidente del PEFC Italia.“E soprattutto, significa sostenere le comunità locali, le aree interne delnostro paese, creando una relazione positiva fra città e montagna e prendendole distanze da sistemi produttivi lontani da noi e incompatibili conl’ambiente”.

La provenienzadell’albero di Natale è importante: infatti più è vicino il luogo dicoltivazione o il bosco dal quale è stato prelevato, minore sarà l’impattosull’ambiente per il trasporto.

Gli abetiitaliani disponibili sul mercato natalizio derivano per il 90% da coltivazionispecializzate gestite da oltre mille piccole aziende agricole italiane. Ilrestante 10% (i cosiddetti cimali o punte d’abete), può derivare da normalipratiche di gestione forestale che prevedono interventi di diradamentoindispensabili per far sviluppare meglio le foreste o di pulizia dopo eventimeteorici estremi (come accadde un anno fa, con la tempesta di vento Vaia).

Altro elementodecisivo nella scelta dell’albero di Natale è la certificazione che garantiscela massima trasparenza in termini di tracciabilità, legalità, e rispettodell’ambiente.

Dal Vaticano aFinale Emilia: gli alberi di Natale certificati abbelliscono le città

A dare l’esempio,tra gli altri, Piazza San Pietro, il Quirinale, la Camera dei Deputati e ilMinistero delle Politiche Agricole e Forestali che festeggeranno il Natale inmaniera sostenibile e certificata: hanno infatti scelto di abbellirsi conalberi di Natale provenienti da boschi e foreste certificati PEFC. “Sono decinele istituzioni che, con alberi di Natale certificati, lanceranno un messaggiopreciso ed importante a tutti i cittadini”, aggiunge Brunori.

Inparticolare, l’albero del Vaticano arriva quest’anno dall’Altopiano di Asiago:alto 26 metri e pesante 52 quintali, con diametro di 70 centimetri alla base èstato donato insieme a una ventina di alberi più piccoli dal Consorzio di usicivici di Rotzo-Pedescala e San Pietro in provincia di Vicenza.

    “L’albero proviene da un bosco certificatoPEFC, scelto in modo da diradare e garantire la continuità e l’equilibrio delbosco. Il gesto da parte di questa comunità acquista ancora più valore poichél’albero proviene dalle operazioni di sistemazione di una zona colpita loscorso anno dalla Tempesta Vaia”, spiega Antonio Brunori, segretario generalePEFC Italia.

Passate lefeste, gli alberi recisi e quelli in vaso che non si vogliono mantenere per glianni successivi, dovranno poi essere smaltiti in modo corretto, portandolinelle isole ecologiche: in questo modo saranno trasformati in compost utilealla crescita di nuove piante. Ripiantare gli alberi dei vasi in bosco potrebbenon essere, invece, la scelta migliore.

Collocarli inboschi significa creare potenziali problemi ecologici (l’abete non fa parte deiboschi naturali di pianura/collina) e di inquinamento genetico (non possiamoconoscere il patrimonio o le malattie dell’albero). Meglio quindi scegliere,ove possibile, il proprio giardino di casa; ma attenzione, le piantesempreverdi hanno radici molto superficiali e quindi potrebbero diventare unpericolo se crescessero troppo in alto.

Fonte: HelpConsumatori

 

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