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Poca trasparenza su costi e recesso: Agcom multa Sky per 1 mln di euro PDF Stampa E-mail
martedì 07 maggio 2019

sky2611.jpgUn milione di euro di sanzione a Skyper scarsa trasparenza nel ripristino della fatturazione mensile e per i costidell’abbonamento: è quanto deciso nei giorni scorsi dall’Autorità per legaranzie nelle comunicazioni (Agcom) con una ordinanza-ingiunzione neiconfronti di Sky per inottemperanza alla diffida impartita alla società.

Sky haannunciato ricorso al Tar. Sul tavolo dell’Agcom c’è dunque la modificaunilaterale delle condizioni contrattuali, a partire dal primo aprile 2018,annunciata da Sky Italia in merito al ripristino della periodicità dellafatturazione e dei costi dell’abbonamento ai servizi su base mensile.


 


In questostampo, si legge nella delibera dell’Agcom, “sono emersi diversi profilicritici concernenti la completezza e trasparenza delle informative rese allaclientela, nonché rispetto ai termini e modalità di esercizio del diritto direcesso da parte degli utenti impattati da tale variazione contrattuale”.


 


A partire damarzo 2018, l’Autorità – si legge nella delibera – ha ricevuto diversesegnalazioni da parte di utenti che hanno lamentato “la mancata trasparenzadelle informative rese da SKY in occasione della manovra di ripristino dellafatturazione delle offerte su base mensile a decorrere dal 1° aprile 2018,nonché il mancato riconoscimento del corrispondente diritto di recesso, conconseguente addebito di penali e costi di disattivazione, incluso il recuperodegli eventuali sconti fruiti”. Sky a sua volta ha risposto all’Agcom dicendodi aver ripristinato la fatturazione su base mensile con una sempliceriparametrazione, su 12 ratei mensili (anziché sui precedenti 13 ratei di 28giorni) del costo dell’abbonamento annuale.


 


L’Agcom peròboccia il comportamento dell’azienda. “In relazione alla trasparenza,immediatezza e completezza delle informazioni relative alla modifica dellacadenza di calcolo e fatturazione delle offerte su base mensile, – si legge nelprovvedimento –  la Società, nonostantela diffida impartita con delibera n. 69/18/CONS, ha continuato a fornire aipropri clienti una informativa incompleta con particolare riferimento allavariazione del corrispettivo mensile delle medesime offerte e alla garanzia deldiritto di recesso senza costi da parte degli utenti. La Società, omettendo dievidenziare elementi contrattuali rilevanti, ha condizionato il diritto discelta degli utenti e non ha adottato misure di tutela efficaci al fine direndere edotti gli utenti dell’incremento mensile di spesa e della facoltàdisciogliere il vincolo contrattuale senza costi. La violazione può ritenersi,pertanto, di entità media, sotto il profilo del danno cagionato agli utenti, edi durata media”.


 


Dopo ilprocedimento sanzionatori, prosegue ancora l’Agcom, Sky  “ha unicamente dichiarato di aver introdotto,a decorrere dal mese di marzo 2019, una procedura che consente l’esercizio deldiritto di recesso tramite il canale telefonico e di prevedere a breve ancheuna gestione delle richieste di recesso pervenute mediante la compilazione diun web-form”.


 


Sky si difendee annuncia ricorso al Tar. La società “fa presente di essersi limitata, ormaiun anno fa, a riparametrare il corrispettivo dell’abbonamento annuale, rimastoinvariato, in 12 ratei mensili anziché in 13 ratei quadri-settimanali, comeimposto dalla legge 172/2017, a decorrere dal 5 aprile 2018”. Sky, si legge inuna nota, “prende atto con rammarico che l’Autorità ha ritenuto che ciò abbiadeterminato una variazione contrattuale da parte di Sky. Pur ribadendo il pienorispetto per la valutazione dell’Autorità, Sky ritiene di aver agitoconformemente alla normativa e confida che la correttezza del proprio operatoemergerà da un esame più approfondito in sede di ricorso dinanzi all’autoritàgiudiziaria amministrativa”.

 

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