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Privacy, finanziamenti online: la comodità si paga in dati personali PDF Stampa E-mail
martedì 11 dicembre 2018

finanziamentionline0812.jpgArrivano da oltreoceano ma si stannopiano pian diffondendo anche in Europa: sono sistemi basati su potentialgoritmi di machine learning che permettono all’utente che si afida al web diottenere un finanziamento con meno lungaggini e burocrazia. La pratica vieneespletata in pochi minuti e si sa immediatamente se il prestito è concessooppure no, con la possibilità di vedere accreditata sul proprio conto correntela somma accordata in 48 ore o poco più.

Anche se lapossibilità di gestire la pratica con pochi click e ricevere poi i soldi intempi rapidissimi è di per sé allettante, ci sono però delle incognite sullemetodologie utilizzate per concedere un prestito presentando una quantitàesigua di documenti e senza neanche vedere fisicamente in faccia il cliente. Ese certi istituti di credito decidono di erogare prestiti in modo cosìsemplice, non è certo perché sono improvvisamente diventati enti dibeneficienza.


 


È inveceattraverso moderne tecnologie di Big Data e Web Analytics che i profili deisocial network e gli stessi dispositivi utilizzati dai richiedenti potrebberoessere setacciati per rastrellare una miriade di dati personali, (compresa lacronologia dei siti visitati e la posizione geografica dell’utente), per poiessere combinati ed elaborati con altre informazioni raccolte da fontitradizionali come quelle delle centrali rischi o delle camere di commercio, perlasciare infine la sentenza ad un sofisticato algoritmo che decideautomaticamente se il prestito viene concesso oppure no, e tutto ciò senzaalcun intervento umano.


 


A sollevareperò perplessità sulla mancanza di consapevolezza da parte degli utenti in unarticolo pubblicato su Agenda Digitale, è il presidente di Federprivacy, NicolaBernardi, che spiega: “In molti casi le società che erogano finanziamenti sulweb con risposta immediata non informano in modo chiaro gli utenti che i loroprofili social saranno analizzati da un algoritmo e che tali informazioniconcorreranno all’esito della richiesta”, spiega Bernardi. “Questo comporta chea insaputa del cliente, un prestito potrebbe ad esempio essergli negato a causadi un amico su Facebook che risulta un cattivo pagatore, oppure per delleincongruenze rilevate tra il curriculum pubblicato su Linkedin e il redditoinvece dichiarato all’istituto finanziario. I finanziamenti online presentanoindubbiamente notevoli vantaggi, ma gli istituti di credito che li introduconodevono operare con trasparenza e rispettare le regole del GDPR“.


 


I colossibancari puntano molto sullo sviluppo di questi innovativi sistemi tecnologici,e Credit Suisse nel 2015 ha infatti investito 200 milioni di dollari sullaKabbage inc, una startup specializzata nel settore con sede negli Usa, seguitada Ing che di recente ha investito 300 milioni di dollari nella stessa societàamericana, con la quale è già operativa una partnership su finanziamenti onlinededicati alle piccole e medie imprese, che possono così contare su un rapidoaccesso alle liquidità di cui hanno bisogno.


 


“In attesa chele autorità facciano luce sui meccanismi dei prestiti online con rispostaimmediata ed automatica, il consiglio nel frattempo è quello di “leggereaccuratamente tutte le informative e la documentazione disponibile, compresaquella di eventuali partner con sede oltreoceano, e dare il proprio consensosolo se sì é certi di aver compreso ‎tutte le condizioni e poterle cosìaccettare consapevolmente”.

 

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