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Pomodoro, arriva l’etichetta: stop a prodotti stranieri spacciati per italiani PDF Stampa E-mail
lunedì 27 agosto 2018
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Scatta oggi l’obbligo di indicare in etichetta l’origine per pelati, polpe, concentrato e degli altri derivati del pomodoro per smascherare l’inganno dei prodotti coltivati all’estero ed importati per essere spacciati come italiani. A stabilire la nuova regola commerciale è un decreto interministeriale pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso febbraio.

Il provvedimento introduce la sperimentazione per due anni del sistema di etichettatura, nel solco della norma già in vigore per la pasta e per il riso valida fino al 31 marzo 2020. La disciplina è applicata a conserve e concentrato di pomodoro, sughi e salse composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro.

 

Tra i punti chiave della misura prevista dal decreto l’indicazione che “le confezioni di derivati del pomodoro, sughi e salse prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta il nome del Paese nel quale il pomodoro viene coltivato e il nome del Paese in cui il pomodoro è stato trasformato”.

 

Se queste fasi avvengono nel territorio di più paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le diciture: Paesi UE, Paesi Non Ue, Paesi Ue e Non Ue. Se tutte le operazioni avvengono nel nostro Paese si può utilizzare la dicitura “Origine del pomodoro: Italia”.

 

Le indicazioni sull’origine dovranno essere apposte in etichetta in un punto evidente e nello stesso campo visivo in modo da essere facilmente riconoscibili, chiaramente leggibili ed indelebili.

 

“I prodotti Made in Italy ottenuti con pomodori coltivati e trasformati in Italia”, spiega la Coldiretti, “saranno finalmente riconoscibili sugli scaffali dalla dicitura “Origine del pomodoro: Italia”.

 

Per consentire lo smaltimento delle scorte i prodotti che non soddisfano i requisiti previsti dal decreto, perchè immessi sul mercato o etichettati prima dell’entrata in vigore del provvedimento, possono essere commercializzati entro il termine di conservazione previsto in etichetta.

 

“Si tratta di una attesa misura di trasparenza per produttori e consumatori dopo che dall’estero”, rileva la Coldiretti, “sono arrivati nel 2018 il 15% di derivati di pomodoro in più rispetto allo scorso anno secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat relativi ai primi cinque mesi che fotografano una invasione straniera di ben 86 milioni di chili provenienti nell’ordine da Stati Uniti, Spagna e Cina”.

 

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