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Fatturazione mensile, Adoc segnala Tim e Vodafone a Agcom PDF Stampa E-mail
lunedì 29 gennaio 2018
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Con il ritorno alla fatturazione mensile da parte, finora, di alcuni operatori della telefonia tornano anche i messaggi informativi ai consumatori poco trasparenti. In merito alla questione, continuano perciò le segnalazioni degli operatori di telefonia da parte delle associazioni dei consumatori.

Oggi è la volta di Adoc che puntualizza: “Con il ritorno alla fatturazione mensile si profila la beffa: l’aumento rimane. Serve maggiore concorrenza nel mercato Tlc”. La domanda allora diventa una sola: cosa faranno gli altri operatori? Si adegueranno confermando che non c’è mercato o proveranno a dare qualche segnale che c’è concorrenza tra gli operatori telefonici?

 

“Riteniamo che i messaggi inviati da Tim e Vodafone ai propri clienti sulle modifiche contrattuali siano assolutamente poco corretti”, dichiara Roberto Tascini, presidente dell’Adoc, “ed in grado di confondere il consumatore anziché fornirgli in maniera trasparente e chiara le nuove condizioni contrattuali e le modalità di recesso”.

 

Si fa strada, dunque il timore che il ritorno alla fatturazione mensile non abbia portato alcun vantaggio ai consumatori. Secondo le associazioni dei consumatori, infatti, il cambio di fatturazione a 28 giorni operato dalle Telco è stato solo un escamotage per imporre un aumento del canone, mediamente pari all’8,6%.

 

“Ci auguriamo che gli altri operatori si discostino da Tim e Vodafone, dimostrando che c’è ancora vita sul “pianeta concorrenza” nel mercato delle TLC e che si dimostrino corretti verso i propri clienti”, aggiunge Tascini.

 

Per Adoc occorre anche prevedere nuovi ingressi di operatori nel mercato e dotare di maggiori responsabilità l’Agcom. “Il fatto che il mercato delle telecomunicazioni sia in mano a poche aziende rende estremamente complicato per il consumatore cambiare operatore ed estremamente facile per questi ultimi porre in essere una sorta di “cartello” e godere di rendite di posizione”, continua Tascini, “crediamo sia necessario allargare ulteriormente la platea di operatori nel mercato, al fine di stimolare la concorrenza e favorire i consumatori”.

 

“Si sarebbe dovuto sancire il principio dell’invarianza di spesa per il consumatore a fronte di ogni modifica della tempistica di fatturazione, per tutti i servizi. Altrimenti, come nel caso del cambio di fatturazione a 28 giorni, stiamo parlando di un aumento nascosto”.

 

Infine, Adoc ribadisce che l’AGCOM, non solo deve poter sanzionare in modo più incisivo gli operatori, ma deve poter intervenire prima che gli stessi mettano in atto comportamenti penalizzanti i consumatori. “Altrimenti ci troviamo come nella situazione attuale, con i consumatori danneggiati e intrappolati. E con il rischio che gli aumenti escano dalla porta e rientrino dalla finestra”.

 

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