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Sacchetti biodegradabili, Adoc: italiani pronti ad accogliere il cambiamento PDF Stampa E-mail
martedì 10 ottobre 2017
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Dal prossimo 1° gennaio sarà obbligatorio usare sacchetti biodegradabili e compostabili per l’acquisto di frutta e verdura, ad un costo compreso tra i 2 e i 5 centesimi. 

Secondo un’indagine di Ipsos Public Affairs, dal titolo “I sacchetti biodegradabili per il reparto ortofrutta”, 6 italiani su 10 sono d’accordo con questa scelta e apprezza la direttiva europea sui sacchetti ultraleggeri in materiale biodegradabile e compostabile. Lo studio evidenzia che i sacchetti per il confezionamento di frutta e verdura sono usati abitualmente dall’80% degli italiani che fanno la spesa al supermercato. Una prassi che porta con sé una consapevolezza ecologica: il 58% di essi si dichiara pronto ad accogliere favorevolmente l’introduzione dei sacchetti in materiale biodegradabile e compostabile.

Le persone si mostrano più attente sia come atteggiamento che negli stili di vita. Infatti il 71% degli italiani ritiene che, rispetto al passato, vi sia un’attenzione maggiore anche al riciclo dei materiali. In 10 anni, le dichiarazioni sulle abitudini di raccolta registrano forti incrementi percentuali (+45% per l’umido, +34% per le pile; +33% per i farmaci). Il consumatore si rende conto che sono in atto cambiamenti importanti, poiché ormai è forte l’esigenza di mettere fine a comportamenti che impattano sulla salute del pianeta ed ognuno è chiamato a fare la propria parte. Infatti, rispetto all’attribuzione di responsabilità sulla creazione delle “garbage trash”, il 70% degli intervistati si auto-colpevolizza.

A fronte di questa accresciuta consapevolezza, la direttiva europea relativa all’introduzione dei sacchetti per il primo imballo alimentare (frutta e verdura, gastronomia, panetteria, pescheria, macelleria) in materiale biodegradabile e compostabile, recepita dall’art. 9 bis d.l. n. 91/2017 (c.d. decreto Mezzogiorno), viene accolta con favore dal 58% degli italiani che la ritiene la naturale conclusione di un ciclo virtuoso iniziato nel 2011.

Bisogna però affrontare qualche sacrificio, se pur minimo, ma sembra di buon grado: sul tema del pagamento di tali sacchetti, il 71% ipotizza un esborso economico mentre circa un intervistato su tre (29%) si dichiara assolutamente contrario. In ogni caso, il 59% valuta il costo di 2 cent per sacchetto del tutto accettabile; mentre una minoranza (13%) si dichiara in disaccordo. Peraltro, una forte apertura di credito all’acquisto a pagamento viene fornita dalla prospettiva occupazionale, che incontra il favore della quasi totalità del campione (86%), purché supportata efficacemente da un messaggio credibile e onesto (65%).

Al di là delle reazioni più irrazionali, le ipotesi di cambiamento di abitudini a seguito dell’introduzione dei sacchetti a pagamento, si orientano in pratiche molto pragmatiche ma l’elemento che rileva il più sensibile incremento dall’indagine dello scorso gennaio è quello del riutilizzo dei sacchetti per la raccolta dell’umido (+10 punti percentuali), a conferma del beneficio funzionale introdotto dal nuovo materiale, che soddisfa l’anima utilitaristica del consumatore.

“I consumatori premiano sempre di più gli interventi legati alla sostenibilità e alla tutela dell’ambiente, anche se questi vanno ad incidere sulle loro tasche”, dichiara Roberto Tascini, presidente dell’Adoc, “a dimostrazione del fatto che il prezzo non è più la sola e unica componente da tenere in considerazione. La ricerca di una maggiore qualità del prodotto/servizio offerto, il rispetto dell’ambiente e delle politiche di sostenibilità sono ormai fattori chiave nelle scelte dei consumatori”.

 

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