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Caraffe filtranti bocciate dal Ministero Salute: acqua in uscita può anche perdere la potabilità PDF Stampa E-mail
martedì 27 marzo 2012

La storia sulle caraffe filtranti si conclude con la vittoria di chi aveva sollevato dubbi sulla loro efficacia.

Dopo vari esami e analisi sull’acqua che subisce il trattamento di queste caraffe, il Ministero della Salute ha redatto una relazione tecnica molto pesante, che accompagna il nuovo decreto sui filtri domestici per l’acqua: le caraffe vengono vendute senza controllo e sulla base di vecchie disposizioni “inadeguate per la salvaguardia della salute”. Inoltre, secondo gli esperti del Ministero, questi apparecchi non eliminano le sostanze pericoloso contenute nell’acqua del rubinetto, ma hanno l’unico scopo di modificare le proprietà organolettiche (sapore, odore, colore). Ed hanno bisogno di continua manutenzione, la cui mancanza “potrebbe addirittura far sì che nel tempo l’acqua in uscita perda le caratteristiche di potabilità”.Infine, le caraffe modificano l’acqua indistintamente, senza tener conto della sua composizione specifica. Si sa che, a seconda della zona, l’acqua contiene più o meno calcio, magnesio o altri sali. I filtri rimuovono indistintamente parte di queste sostanze. Il Ministro della Salute Renato Balduzzi concede 6 mesi alle aziende per adeguarsi ai nuovi requisiti di sicurezza dei materiali, previsti nel nuovo decreto sui filtri domestici per acqua che, oltre alle caraffe filtranti riguarda gli impianti fissi per i lavelli di case e ristoranti. Questi prodotti dovranno rispettare l’obbligo della corretta informazione al cliente, accompagnandosi a dettagliate istruzioni per l’uso, per permettere ai cittadini un acquisto consapevole.L’Adoc e la Uila plaudono all’intervento del Ministro Balduzzi. “Apprezziamo e sosteniamo l’intervento del Ministro Balduzzi, che conferma i risultati delle indagini del Pm Guariniello e le nostre convinzioni: le caraffe filtranti sono inutili, ingannevoli per i consumatori e, in determinati casi, pericolose per la salute, in quanto privano l’acqua filtrata dei sali minerali – dichiarano Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc e Stefano Mantegazza, Segretario Generale della Uila – Qualora le aziende produttrici non dovessero attenersi a quanto indicato dal Ministro ci auguriamo che vengano adeguatamente sanzionate e venga vietata la commercializzazione di tali prodotti che, oltre ad essere potenzialmente nocivi per la salute, costituiscono anche pubblicità ingannevole per i consumatori. Vengono vendute puntando sul fatto che l’uso di un filtro può eliminare le sostanze pericolose e migliorare la qualità dell’acqua, quando invece ne modificano solo le proprietà organolettiche”.Anche Altroconsumo plaude all’intervento del Ministero: l’Associazione aveva denunciato l’inutilità delle caraffe sulla base dei risultati di un test condotto a novembre scorso. Altroconsumo riprende alcune parti della relazione in cui si parla “della falsa credenza che l’uso di un filtro possa eliminare le sostanze pericolose migliorando così la qualità dell’acqua“. “Ma, anche sulla base di indagini avviate da alcune Procure, a supportare queste affermazioni non ci sarebbe alcun elemento scientifico”. ”Inoltre, una scarsa manutenzione nel tempo farebbe perdere all’acqua anche le caratteristiche di potabilità”.“Anche se la pubblicità lascia intendere che le caraffe garantiscono sempre e comunque un miglioramento della qualità dell’acqua, il test condotto da Altroconsumo ha dimostrato che per alcuni aspetti tendono a peggiorarla. Il fatto più grave è la proliferazione di batteri, prima non presenti, soprattutto verso la fine della cartuccia. L’acqua filtrata, insomma, contiene più batteri di quella del rubinetto. L’altro punto debole è l’eccessivo addolcimento. Se, inoltre, l’acqua del rubinetto ha tutte le caratteristiche di potabilità necessarie, come stabilito dalla legge, non si può dire lo stesso per quella filtrata con le caraffe”.Il paradosso, dunque – conclude Altroconsumo - è che si spendono soldi nella speranza di filtrare sostanze indesiderate, ma nel contempo possono esserne rilasciate di nuove, che non erano presenti nell’acqua di rubinetto. Bere l’acqua del rubinetto è da molti punti di vista la scelta migliore costa meno di un euro all’anno, non obbliga a portare pesi a casa e i controlli rigorosi garantiscono quasi sempre una qualità buona. Non dimentichiamo anche il rispetto dell’ambiente: niente plastica e zero inquinamento da trasporto merci”. 
 

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