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Italia-programmi, continuano le vessazioni. Lettori in rivolta PDF Stampa E-mail
venerdì 16 marzo 2012

Continuano le pratiche vessatorie di Italia-Programmi. Nonostante la sanzione di un milione e mezzo di euro decisa dall’Antitrust, la società Estesa Limited continua a fare pressione sui consumatori rivendicando il pagamento di download apparentemente offerti in maniera gratuita, in realtà all’origine di un contratto di abbonamento attivato però inconsapevolmente dai consumatori.

italianet1503.pngLa denuncia arriva dai consumatori stessi ed è rilanciata oggi da Cittadinanzattiva, che chiede un nuovo intervento dell’Antitrust. “Numerose le segnalazioni di indebite richieste di pagamento aventi come oggetto “Convocazione presso Tribunale Regionale giudiziario” che arrivano via email ai consumatori costretti a pagare 96 euro per un servizio di programmi software che sembrava gratuito – denuncia l’associazione – Per questo Cittadinanzattiva ha inviato oggi una lettera all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per chiedere una ferma vigilanza in merito all’effettiva applicazione della sanzione, mettendo in atto tutte le misure necessarie perché la società non danneggi più i consumatori”.

Cosa bisogna fare? Cittadinanzattiva consiglia di non rispondere alla e-mail della società e di inviare subito una diffida a mezzo raccomandata a/r alla società Estesa Limited che gestisce il sito di Italia-Programmi.net. Invita inoltre a denunciare la pratica commerciale scorretta all’Antitrust.

Che la situazione non sia affatto risolta lo testimoniano anche le decine di commenti e di segnalazioni arrivati dai lettori delle nostra testata. Molti denunciano la continua richiesta di pagamenti anche superiori a 100 euro, le pressioni esercitate, la minaccia di passare al recupero crediti.

A questo si aggiunge una novità: pare che nelle ultime segnalazioni, il “team di Italia Programmi” stia rivendicando la liceità del contratto nonostante l’istruttoria dell’Antitrust. Una lettrice ha infatti segnalato di aver ricevuto un’email del seguente tenore: “Gentile Cliente, l’apertura di un’istruttoria da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nei nostri confronti, non comporta la nullità del contratto di abbonamento biennale che lei ha sottoscritto. I nostri legali stanno fornendo tutta la documentazione richiesta dal Garante, e siamo certi che lo stesso accerterà che il nostro sito web adempie in modo esemplare agli obblighi legali d’informazione, superando di molto i requisiti minimi di legge. Le ricordiamo infine che, in caso di ulteriore ritardo nel pagamento, saremo costretti ad incaricare il nostro studio legale per il recupero del suo credito tramite azione giudiziale, e le ingenti spese derivanti da questa azione legale saranno totalmente a suo carico”.

La battaglia non sembra affatto finita.

 

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