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SPRECHI ALIMENTARI: ADOC CONDIVIDE ALLARME FAO, NEL CESTINO FINISCE L’8% DELLA SPESA TOTALE, PARI A PDF Stampa E-mail
martedì 17 maggio 2011
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Secondo la Fao vengono sprecate oltre1mld di tonnellate di cibo l’anno, soprattutto nei Paesi più ricchi. L’Adoc,secondo cui le famiglie italiane nell’ultimo anno hanno buttato nel cassonettoin media 454 euro di prodotti alimentari, condivide la posizione assuntadall’organizzazione internazionale e rilancia il vademecum anti sprechi.

“Condividiamo l’allarme lanciato dallaFao sugli sprechi alimentari, solo nell’ultimo anno ogni famiglia italiana habuttato in media 454 euro di prodotti alimentari, pari all’8% della spesatotale sostenuta per l’acquisto dei beni alimentari – dichiara Carlo Pileri,Presidente dell’Adoc – un dato grave, anche se le famiglie stanno imparando asprecare sempre meno, nel 2009 lo spreco era di 515, un calo complessivo del13,4%, con punte del 17,6% durante le Feste. I consumatori, complice la crisi egrazie anche ai consigli dell’Adoc, ha assunto maggiore consapevolezza,tuttavia gli sprechi rimangono alti, sono necessari ulteriori sforzi perridurre drasticamente la percentuale di cibo sprecato da parte delle famiglie.Soprattutto combattendo le cattive abitudini. Oggi si spreca sia per comprareun prodotto richiesto dal figlio o dal nipote, magari attratto dal regaloallegato, che poi non mangia l’alimento, sia perché attirati dalle offertepromozionali, quali ad esempio il 3x2, che con l’illusione di risparmiare cispingono all’acquisto di un quantitativo di prodotto superiore al necessario.Altro problema sono le confezioni: come può ad esempio un anziano che vive soloconsumare in pochi giorni un litro di latte? Le confezioni da mezzo litro ormainon esistono quasi più. Come non esistono i prodotti pronti monoporzione, cheobbligano chi vive da solo a dover spendere e sprecare di più della classicafamiglia di quattro persone. Considerando il crescente aumento dei nucleifamigliari singoli, è un problema che non va sottovalutato”. Secondo l’indaginedell’Adoc sono i prodotti freschi i più a rischio pattumiera. “Il 35% deiprodotti che si buttano sono quelli freschi – continua Pileri – un calo del 2%rispetto allo scorso anno, segno che c’è maggiore attenzione al momentodell’acquisto. Tra i prodotti più sprecati troviamo il pane (19%), frutta everdura (16%). Salgono gli sprechi dei prodotti in busta, che crescono del 2%rispetto al 2009, e degli affettati. Il motivo principale per cui si spreca èl’eccesso di acquisto generico, sebbene sia in calo del 4% a confronto conl’anno passato. Al contrario, aumentano gli sprechi dei prodotti non necessari.Infine, abbiamo rilevato un sostanziale equilibrio tra lo spreco del prodottodi marca (46%) e quello non di marca (54%).”

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