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ALIMENTAZIONE. Antitrust sanziona campagna PastaRiso Scotti: non riduce il colesterolo PDF Stampa E-mail
martedì 21 dicembre 2010
PASTASCIUTTA.jpgPastaRiso Scotti Attiva non riduce, come promette, il colesterolo.

Il claim con il quale è stata costruita l'intera campagna promozionale del prodotto è scorretto perché "all'alimento reclamizzato non possono essere attribuite le caratteristiche salutistiche vantate", che riguardano appunto gli effetti di riduzione del colesterolo. Da qui la decisione dell'Antitrust che ha multato la società Riso Scotti SpA con una sanzione di 120 mila euro.La società, argomenta l'Antitrust nell'odierno bollettino, aveva diffuso messaggi pubblicitari "intesi ad ascrivere ai prodotti "PastaRiso Scotti Attiva" (nelle versioni penne rigate, conchiglie e linguine) e "Risette attive" effetti di "riduzione del colesterolo" grazie allo specifico contenuto di betaglucani recato dall'alimento". Si tratta di fibre di cereali solubili presenti, tra l'altro, nell'orzo e nella crusca d'orzo. Si è trattato di una vasta campagna diffusa con messaggi stampa e spot televisivi con il claim "con i betaglucani dell'orzo che aiutano a RIDURRE IL COLESTEROLO". Nei messaggi stampa compariva la dicitura "Una porzione da 75 gr. fornisce il 25 % della quantità giornaliera necessaria di Betaglucani. Nell'ambito di un' alimentazione varia ed equilibrata". L'enfasi su tale aspetto del prodotto si ripeteva sulla stessa confezione dell'alimento.

Attenzione però, ha detto l'Antitrust, perché "dall'istruttoria svolta emerge la scorrettezza della pratica commerciale della società Riso Scotti SpA", consistente nella promozione dei prodotti della linea Attiva-PastaRiso e Risette "mediante utilizzo di claim decisamente enfatici e assertivi che li accreditano come alimenti in grado di RIDURRE IL COLESTEROLO in base allo specifico contenuto di betaglucani". In realtà, argomenta l'Autorità, l'efficacia salutistica non è veritiera perché la quantità di betaglucani che vengono assunti non può produrre effetti di riduzione del colesterolo, in quanto insufficiente rispetto alla quantità stabilita dalla letteratura scientifica e in particolare dall'Efsa. Inoltre, aggiunge l'Antitrust, il claim non è suffragato dal parere tecnico dell'Efsa che si limita ad attribuire fondamento scientifico all'espressione per cui "il regolare consumo di betaglucani contribuisce a mantenere le normali concentrazioni di colesterolo nel sangue". Per l'Antitrust, dunque, la società ha attuato una pratica commerciale scorretta.

 

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