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ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI, per sviluppo europeo. Antitrust: approvare Linee Guida Nazionali PDF Stampa E-mail
martedì 20 aprile 2010
energie_rinnovabili.jpg Ci sono troppe restrizioni a livello regionale, per cui bisogna approvare in fretta delle Linee Guida nazionali per garantire la concorrenza nel settore dell'energia prodotta da fonti rinnovabili: è quanto afferma l'Autorità Antitrust in una segnalazione inviata al Governo, alla Conferenza Stato-Regioni e ai presidenti delle Regioni. "La mancanza di un comune denominatore nelle regolamentazioni regionali relative alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili - rileva l'Antitrust - ha creato contesti normativi significativamente difformi, con ostacoli diretti e indiretti nell'accesso al mercato e ingiustificate distorsioni della concorrenza tra operatori localizzati in diverse aree del territorio nazionale".

Per questo l'Autorità chiede la "tempestiva approvazione delle Linee Guida nazionali la cui bozza è stata sottoposta dai ministeri competenti ai soggetti economici interessati e a Regioni ed Enti locali. Per l'Autorità - si legge in una nota - le linee guida dovrebbero consentire il superamento dei problemi che hanno ostacolato sino ad ora un pieno sviluppo della produzione di energia da fonti rinnovabili. Nel complesso la loro formulazione è infatti coerente con l'obiettivo di rimuovere le restrizioni nell'accesso alla produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile e le difformità esistenti tra le varie situazioni locali nei processi di autorizzazione all'esercizio di tale attività".

Per l'Antitrust, le Linee Guida dovrebbero però contenere "un'indicazione circa l'importo massimo degli oneri istruttori che i Comuni possono richiedere, definendolo non in forma fissa ma in percentuale rispetto alla produzione annua stimata o alla potenza installata: in questo modo non verrebbero discriminati gli impianti di piccole dimensioni". Inoltre la cauzione a garanzia dei lavori per l'eventuale smantellamento degli impianti andrebbe, secondo l'Autorità, determinata da soggetti terzi indipendenti, per assicurare che la quantificazione della cauzione risulti effettivamente oggettiva e orientata ai costi delle operazioni necessarie.

Una delle maggiori ambizioni del secolo che stiamo vivendo è sicuramente quella di convertire il mondo alle energie rinnovabili affrancandolo dalla dipendenza da petrolio e carbone in larga parte responsabili dello scempio ecologico in atto nel mondo, compreso il Vecchio continente nel quale viviamo.

Per promuovere un'informazione consapevole su una tematica così importante come la politica energetica in Europa, la rappresentanza a Milano della Commissione europea, in collaborazione con la Fondazione EnergyLabcon - che conta tra i soci le università milanesi, Regione Lombardia, la Fondazione Aem ed Edison - hanno avviato un ciclo di sei seminari sul tema "Energie in Europa: le iniziative comunitarie come opportunità di sviluppo".

Il primo incontro si è tenuto oggi a Milano, presso il Palazzo delle Stelline, per sviluppare le tematiche relative alla "Nuova politica per le fonti europee", a cui faranno seguito prossimamente altri convegni in cui si approfondiranno argomenti come le smart grid (le tecnologie delle reti intelligenti), la mobilità elettrica, l'efficienza energetica e l'elettrificazione nei Paesi in via di sviluppo.

All'evento, promosso oggi dai due enti, hanno partecipato tra gli altri, Federico Testa, responsabile nazionale Energia per il Pd, i rappresentanti dell'Autorità per l'Energia elettrica e il Gas, del Gestore dei servizi energetici, degli enti locali, delle utility, delle banche e del mondo accademico.

"Per l'UE, le rinnovabili e, in generale, le green technology costituiscono uno dei fattori trainanti del rilancio della competitività europea - ha dichiarato in apertura dei lavori Carlo Corazza, direttore della Rappresentanza a Milano della Commissione europea - .Non a caso uno dei cinque obiettivi di 'Europa 2020', la nuova strategia per la crescita economica e l'occupazione, è il 20% di produzione dell'energia da fonti rinnovabili".

Anche l'Italia - nonostante permangano, secondo gli esperti, molte criticità, legate soprattutto a una certa opacità relativa alla strategia energetica a livello nazionale - grazie a significative incentivazioni pubbliche ha assistito negli ultimi anni a un tentativo di sviluppo del settore, con iniziative spesso di matrice estera. Ma è inutile però nascondere che in Italia, al di là delle enunciazioni di entusiasmo, continuano a persistere numerose problematiche. Alcune criticità sono confinate alla realtà del nostro Paese, altre legate agli aspetti negativi che contraddistinguono in maniera più o meno importante le varie forme di energia rinnovabile, riconducibili da un lato all'impatto paesaggistico e dall'altro a costi che sono ancora eccessivi e ne ridimensionano notevolmente la convenienza economica, attualmente sostenuta da una politica di incentivazioni che sicuramente non è destinata a durare in eterno.

Le problematiche che frenano lo sviluppo del settore, sottolineano gli esperti, si riferiscono in particolare a un apparato burocratico amministrativo estremamente farraginoso, a iter autorizzativi particolarmente complicati, a normative regionali talvolta poco chiare e sovente in contrasto con quelle nazionali.

A peggiorare il quadro, potrebbe contribuire inoltre un forte impegno nell'energia nucleare, nei confronti della quale l'attuale governo si è più volte espresso favorevolmente, manifestando la volontà di realizzare a partire dai prossimi mesi importanti investimenti in questo comparto, che richiederebbero comunque tempi lunghissimi e un impatto ambientale problematico: per iniziare a produrre elettricità sono necessari infatti almeno dieci anni dalla data di inizio di costruzione di una centrale nucleare, un tempo troppo lungo per rispettare le direttive europee entro il 2020, oltre a persistere fortissime resistenze da parte degli abitanti che risiedono nelle aree coinvolte.

"Nel cercare di capire quale sarà il futuro dell'energia rinnovabile in Italia si deve prendere atto di un quadro dove permane un certo grado di anarchica confusione. E' fondamentale conoscere le strategia energetica a livello nazionale, ma su questo argomento, il governo tace", ha aggiunto Raffaele Tiscar, direttore generale Reti e Servizi di pubblica utilità di Regione Lombardia, puntando il dito sugli incentivi a pioggia "privi di qualsiasi logica", che finiscono per peggiorare una situazione già per sé drammatica. "Al momento l'unica leva che resta per tentare di rispettare i famosi obiettivi per il 2020, è ridurre drasticamente i consumi energetici", ha suggerito Tiscar.

In attesa di miglioramenti tecnologici che diminuiscano l'impatto ambientale, la certezza è comunque che le energie rinnovabili sono uno dei pilastri della nuova politica europea per l'energia e il clima e un importante volano per il rilancio del settore manifatturiero attraverso innovazione e nuove forme di occupazione.

L'UE, approvando un quadro regolamentare stabile e omogeneo a livello europeo e, politiche tra le più avanzate al mondo, ha fatto la sua parte per attirare investimenti e consentire alle imprese strategie di medio e lungo periodo, al fine assicurare la leadership europea del settore: ora spetta agli Stati e alle amministrazioni locali attuare politiche conseguenti affrontando la sfida in atto e sostenendo lo sforzo delle imprese per cogliere le opportunità che si sono aperte.

"Siamo orgogliosi di aver partecipato a un evento come questo, coerente con la mission della nostra Fondazione di creare una rete tra le Università, il mondo delle imprese e le istituzioni locali - ha dichiarato a Help Consumatori Silvio Bosetti, direttore Generale di EnergyLab -.La creazione del networking è infatti il fattore vincente per poter diventare protagonisti attivi nella Comunità europea accedendo ai finanziamenti concessi per l'innovazione e lo sviluppo di progetti innovativi che andranno a beneficio di tutti".

Oltre a essere positivo per l'ambiente, lo sviluppo delle rinnovabili riserva infatti importanti vantaggi anche ai consumatori, anzi ai "prosumer", neologismo tra consumatori e produttori, ovvero coloro che svincolandosi dal classico ruolo passivo, diventano attivi nel processo che coinvolge le fasi di produzione e consumo di energia.

"Per vincere questa sfida, sarà fondamentale il ruolo delle associazioni dei consumatori europei ai quali i cittadini dovranno rivolgersi con rinnovato interesse per farsi assistere nei meandri tariffari che disciplineranno il settore energetico", ha concluso Bosetti.

 

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